Sono in trasferta, mi trovo in hotel per una fiera, ricevo un messaggio verso le 22.30 su WhatsApp.
Il messaggio dice “Ciao Alessandra, quando rifissiamo l’appuntamento?”
Purtroppo, il numero non è in rubrica, la foto del profilo WhatsApp è quella di un simpatico cane bianco e nero.
Rispondo: “Scusami, chi sei?”
“Rosi”
Attimo di panico. Ci sono almeno 3-4 Rosi che conosco e che potrebbero chiedermi un appuntamento.
Tento con un cognome: “Rosi Garbo”?
Finalmente la misteriosa mittente si qualifica con cognome e azienda di appartenenza e possiamo fissare il famoso appuntamento.
Mezzi di comunicazione meravigliosi che hanno questo piccolo “difetto” di interporsi tra le due parti che sono in relazione tra di loro. Non si può pensare di utilizzare degli strumenti senza porre un minimo di ragionamento e di pensiero sull’ergonomia di utilizzo di questi sistemi.
In qualsiasi mezzo digitale di tipo relazionale, quindi social network, forum, sistema di messaggistica e compagnia chattante, la foto del profilo rappresenta la tua identità.
Se hai un bel primo piano sorridente, con il viso ben illuminato e possibilmente lo sguardo che punta all’obiettivo (e quindi agli occhi di chi guarda) metà del gioco è fatto.
La foto del profilo sostituisce la tua presenza fisica, ti identifica, ti permette di essere visualizzato. Per chi ti conosce.
Per chi non ti conosce “fisicamente” la foto del profilo è quella che consente di essere identificato e che accorcia le distanze “digitali”.
Recentemente sono stata chiamata da un’importante istituto formativo di Milano per dei corsi di Personal Branding, per l’appunto, a ragazzi che studiano proprio per diventare fotografi professionisti. Accolta nella hall dal direttore, la prima cosa che mi ha detto è stata “Sei proprio come nelle foto del sito!”.
A parte la gratificazione per quello che ho considerato un complimento (belle foto sono capaci di farci apparire davvero sotto la nostra miglior luce) la valutazione “sociale” che ho dedotto è stata che lui, di fatto, mi conoscesse già.
Sapeva chi ero, mi poteva riconoscere per strada. Metà del percorso della nostra riunione, quella per entrare in empatia (per conoscersi, appunto) era fatta.
Su Linkedin si dice che un profilo con una buona foto aumenta le possibilità di essere contattati dell’80%.
OTTANTA PER CENTO! E la cosa non mi stupisce affatto, in realtà. Come si può pensare di presentarsi al mondo senza mostrare il proprio volto, a maggior ragione su un network professionale?
Su Facebook, presentarsi con una buona immagine significa riconoscibilità e affidabilità.
Prima di ragionare sulla strategia, sul brand, sul marketing e sulle statistiche… ragioniamo sulle basi.
Sembra persino banale dirlo, ma guardandosi intorno non lo è affatto, il primo punto è che la foto profilo deve rappresentare noi stessi: in primo piano, da soli. Punto. Niente cani, gatti, mogli, fidanzati, figli, criceti o altro. La foto è il nostro avatar, rappresenta la raffigurazione fisica di chi siamo in un mondo privo di fisicità.
Non si mantiene la propria privacy non inserendo una foto profilo, non si è protetti. Si è eventualmente non riconoscibili, ma questa non è una forma di promozione.
Vi regalo il mio decalogo, facile facile, per rendere la scegliere una foto profilo efficace:
1) utilizza uno scatto professionale, il costo che avrà non sarà lontanamente paragonabile al beneficio di mostrarvi al meglio
2) utilizza un primo piano, chiaro e luminoso, che mostri bene il tuo viso
3) utilizza una foto recente: chi ti incontra devi poterti riconoscere
4) non inserire elementi di disturbo: il profilo non è il posto giusto per arcobaleni, marchi, campagne sociali. Ti disegneresti un arcobaleno sul viso per promuovere la causa dei diritti degli omosessuali mentre sei in ufficio o in un meeting professionale?
5) utilizza la stessa foto o foto molto simili tra loro nei vari profili: il dialogo passa tra Facebook, WhatsApp, Messenger, LinkedIn, twitter, il tuo blog senza soluzione di continuità. Devi essere sempre tu a parlare ed essere sempre riconoscibile
6) inserisci la tua foto profilo in tutti i contenuti che pubblichi o nelle attività che realizzi: se inizi a essere visibile in una nicchia, è facile che le persone si ricordino del tuo viso prima che del tuo nome.
7) utilizza un’immagine coerente con il tuo ruolo: se fai la consulente di immagine cerca di apparire bella e perfettamente curata, se sei un business man devi essere autorevole, se sei un creativo devi avere qualcosa di originale.
8) utilizza un’espressione “tua”: il complimento più bello che ti possono fare è “in quella foto sei proprio tu”
9) cerca di scegliere una foto sorridente in cui il sorriso sia aperto e mostri i denti: questo tipo di sorriso (lo dicono le statistiche) è quello che aumenta la percezione di gradevolezza.
10) utilizza i colori aziendali: se rappresenti un’azienda o hai un logo, inserisci nell’immagini indumenti o accessori che richiamino il colore più significativo.
PS: Vi segnalo questa infografica (con i risultati di una interessante ricerca fatta dal sito PhotoFeeler.com)
Clicca per visualizzarla a dimensione intera.
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